Threealities
Tre giovani donne, tre artiste di diversa nazionalità, tre ricerche e percorsi artistici differenti: in occasione della mostra ‘Threealities’ Amie Dicke (1978, Rotterdam, NL), Alicja Kwade (1979, Katowice, PL) e Charlotte Moth (1978, Carshalton, UK) ci raccontano, attraverso personali strumenti e tecniche, la propria visione e percezione della realtà che le circonda. Il mondo non è solo ciò che appare, gli oggetti non possiedono un’unica funzione o utilità: strappati dal loro usuale contesto essi vengono alterati e trasformati, presentati all’osservatore arricchiti di nuovi significati e suscettibili di nuove interpretazioni. E’ in questo modo che dei collant strappati ed allungati fino all’estremo assumono le sembianze di una croce di sapore medievale, che delle lenzuola intrise di vino diventano preziosi arazzi, che comuni lampade e specchi si trasformano in misteriose ed affascinanti figure speculari da cui filtra un sottile filo di luce, simile a quello di un prezioso tesoro nascosto all’interno di uno scrigno. E’ la luce uno degli strumenti che permette a queste artiste di sperimentare e proporre nuove possibili prospettive. Una luce che a volte interviene direttamente nel loro lavoro e che riesce, come nell’opera di Charlotte Moth, a trasformare l’immagine di un albero in tante altre immagini, uguali e diverse allo stesso tempo: la successione di livelli di luce e di colori differenti sulla stessa immagine scatena un effetto di ripetizione e contemporaneamente di trasformazione che sollecita l’osservatore ad interrogarsi sui propri criteri di percezione e classificazione. Altre volte la luce è solo accennata, quasi simbolica nella sua mancanza, come testimoniano il decadimento e deterioramento dei soggetti di Amie Dicke; oppure suggerita e appena visibile come nel lavoro di Alicja Kwade, una ricerca sulla funzione della luce quale indicatore e misura della preziosità e del valore di un oggetto.
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