Il mondo così come appare
Una mostra in collaborazione con Andrea Simi
Guido Guidi (1941, Cesena), Vittore Fossati (1954, Alessandria), Cesare Ballardini (1954, Fusignano), Paola De Pietri (1960, Reggio Emilia), Marcello Galvani (1975, Massa Lombarda).
La prima collettiva interamente dedicata alla fotografia italiana degli ultimi decenni, in particolare a quella corrente artistica per la quale Viaggio in Italia e la figura di Luigi Ghirri rappresentano lo spartiacque fra il “prima” e il “dopo”. Ghirri che proprio con Fossati e Guidi condivise quell’avventura e che nel 1979 curò la prima mostra di Ballardini.
Cinque autori, una stessa visione della fotografia, un percorso comune fatto di affinità, vicinanza (anche geografica) e frequenti collaborazioni. Ad accomunarli è un modo di fotografare che è innanzi tutto esperienza umana, interazione continua con il mondo, con le cose, con l’iconografia personale, autobiografica e con quella collettiva, è osservazione dei fenomeni alla ricerca non della verità ma di un’ipotesi di realtà che affiori dal caos e dalla moltitudine. Un atteggiamento interrogativo, che non fornisce la consolazione del disvelamento, ma indica la necessità, l’etica e l’estetica di un gesto che è “artistico” nel senso più pieno del termine. Come suggerisce Vittore Fossati, è un tentativo di “intravedere” più che la speranza di vedere chiaramente.
Di quest’ultimo sarà proposta una serie di piccole fotografie intitolata Il Tanaro a Masio (2010-2012) che segna un nuovo capitolo nella sua vicenda artistica. Fermandosi brevemente ogni giorno nello stesso luogo lungo il corso del Tanaro, con l’eretico intento di dimostrare che la fotografia può anche trasformare (ad esempio piegando i rami degli alberi, giocandoci fino a farli toccare fra loro, intrecciarli con i propri riflessi sull’acqua), darà vita ad un trionfo di trompe-l’oeil “verissimi”. Accanto a queste ci sarà una selezione di sue foto storiche (1988-2001).
Di Guido Guidi sarà in mostra un’ampia selezione da Cinque paesaggi (1983-1993), una delle “ipotesi di serie” all’interno della sua produzione, con un titolo che fu scelto proprio perché quasi “blasfemo” per chi ha basato tutta la sua attività sulla ridefinizione del rapporto fra fotografo e ambiente, rendendo di fatto impossibile l’utilizzo del termine “paesaggio” a meno di non considerarlo essenzialmente “paesaggio umano”, in cui l’autore stesso sia compreso, appunto, fra gli umani e gli oggetti senza nessun distacco e nessuna gerarchia.
Di Cesare Ballardini saranno presentate tre serie: Dal Vero (selezione 1985-1989), Casa con ombrellone (2002) e Palindromo (2012). Tre testimonianze di un autore di culto soprattutto fra i suoi colleghi, che vive e fotografa negli stessi luoghi di Guidi e con il quale condivide le tematiche e l’approccio metodologico, declinati in un bianco e nero che parla direttamente ai grandi interpreti americani del New West.
Di Paola De Pietri una selezione da Questa Pianura (2004-2016), un lavoro che rappresenta quasi una ricerca “archeologica”: la scoperta dei resti di una civiltà contadina della pianura del Po la cui scomparsa ha lasciato sul terreno case coloniche abbandonate, in disfacimento e alberi isolati, monumenti alla trasformazione di un territorio; immagini, anch’esse monumentali, che interrogano ancora una volta sulla molteplicità del “vero”.
Infine, di Marcello Galvani una selezione di 15 fotografie degli anni fra il 2006 e il 2014. Nel suo lavoro l’approccio fenomenologico viene applicato ad un oggetto d’indagine preciso: la natura umana. Le sue opere vanno a comporre un mosaico di vicende umane minime, un succedersi di episodi irrilevanti accolti alla stregua di trionfi, che il suo intervento avvalora ma non investe di significati.
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