Heidrun Sandbichler
Zone Periferiche
Nelle opere dell’austriaca Heidrun Sandbichler la religione, le scienze naturali e i processi biologici costituiscono da sempre importanti spunti di riflessione. Ponendosi in relazione con il luogo della presentazione delle sue opere, recependone elementi storici e sociali ed instaurando con essi legami di varia natura, vengono alla luce opere con molteplici implicazioni, sia dal punto di vista del contenuto che formale.
In occasione della sua prima mostra personale in Italia dal titolo “Zone Periferiche” la Sandbichler torna su uno dei suoi temi di maggiore interesse: l’associazione di diverse tradizioni e culture. Una installazione a terra mutua le strutture archeologiche degli scavi della basilica di San Clemente e le adatta allo spazio della galleria. Nel corso dei secoli modificata, distrutta, ampliata e provvista di contenuti religiosi via via nuovi, rimasta tuttora in parte inesplorata, questa basilica reca quella stratificazione e permeabilità delle concezioni umane di cui appunto si occupa l’artista. Per i tre light boxes con immagini e testi tratti dal film “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli la Sandbichler prende uno di quei diari con qualche illustrazione o testo incorporato e se ne serve a mo’ di album per attaccarvi foto sul film e lavorarvi con citazioni tratte dalla sua storia. Anche nel caso delle due tele e dell’opera fotografica in bianco e nero il riferimento all’iconografia cristiana è evidente: la perdita dell’innocenza, il riferimento all’ignoto, a contenuti spesso codificati e pensieri ermetici.
L’interesse dell’artista verte sul labile confine tra natura e religione, quotidiano e memoria, politica e mass-media, sui punti di compenetrazione tra le zone periferiche dell’eretico, che vengono tradotti nel linguaggio estetico con sorprendente coerenza, indipendentemente dalla tecnica impiegata.
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