Guido Guidi è un pioniere della nuova fotografia Italiana di paesaggio. Allievo, tra gli altri, di Italo Zannier, comincia a sperimentare alla fine degli anni Sessanta l’obiettività della fotografia attraverso immagini di “stile documentario” e concentra il suo lavoro sull’indagine del significato stesso della pratica del guardare. Influenzato dal cinema Neorealista e dall’arte Concettuale, negli anni Settanta inizia a esplorare i paesaggi dell’Italia modificati dall’uomo e indirizza la sua attenzione sugli spazi marginali e anti-spettacolari della provincia italiana. In seguito, la sua ricerca si allarga all’architettura modernista, di cui documenta la vita e la morte attraverso progetti sulle opere di Carlo Scarpa, Ludwig Mies van der Rohe e Le Corbusier. Dalla fine degli anni Ottanta si dedica anche all’insegnamento presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, l’ISIA di Urbino e lo IUAV di Venezia (dove in precedenza aveva studiato architettura). I lavori di Guido Guidi sono stati esposti in prestigiosi musei di fotografia e arte contemporanea di tutto il mondo – tra cui il Fotomuseum Winterthur, il Guggenheim e il Whitney Museum di New York, il Centre Pompidou di Parigi, La Biennale di Venezia, il MAXXI e Palazzo Barberini di Roma, la Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi, il museo Huis Marseille di Amsterdam, l’ICCD di Roma, la Fondation A Stichting di Bruxelles – e sono stati oggetto di numerose pubblicazioni collettive e personali.
Inoltre, numerose sue opere fanno parte di collezioni di istituzioni italiane e internazionali, quali, la Bibliothèque Nationale e il Centre Georges Pompidou a Parigi, il Centro Studi e l’ Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, l’ICCD di Roma, la Fondation A Stichting di Bruxelles, la Galleria Nazionale di Arti Estetiche a Pechino, il Canadian Centre for Architecture di Montreal e il San Francisco Museum of Modern Art.