Gordon Cheung
God is on Our Side
a cura di Raffaella Guidobono
In occasione della prima mostra personale italiana di opere su tela , il giovane artista anglo-cinese Gordon Cheung invita lo spettatore ad entrare in uno spazio mitologico: rocce psichedeliche, crateri da cui nasce una natura paradossale e rovine di mondi indecifrabili quasi sempre avvolti o sormontati da una forma circolare che si impone con l’idea di rassicurarci un poco, rotonda come un’aura spirituale. Il tutto dentro un abbacinante scenario post – test nucleari.
La sua tecnica mista si appropria delle litografie di John Martin disegnate per la versione originale del Paradiso Perduto di John Milton: una serie di 24 tele in cui le illustrazioni del poema vengono rivedute e corrette, contraffatte in technicolor, sbalzate dall’uso di spray, inchiostro e acrilico usato come se fosse olio, a segnalarci che il deturpamento della natura che ci circonda è cosi esteso da proiettarci in un processo irreversibile. Spiega l’artista: “Sentivo di poter ri-tradurre le illustrazioni di John Martin all’interno di un contesto contemporaneo. La perdita di contatto con la Natura e la Terra e l’idea che il Paradiso sia definitvamente perduto è un concetto con il quale tutti noi possiamo rapportarci”.
Gordon Cheung prepara ogni singola tela con un background di colonnine dei numeri di borsa tagliate dal Financial Times, quotidiano inglese da sempre puntuale nel riferire lo stato del mondo economico e peraltro molto stimato e temuto nelle recensioni delle arti in generale. Preparata la base con l’ottima carta inglese l’artista sovrascrive il fondo con calibrata quantità di spray di cui prepara minuziosamente le sfumature di colore peraltro inesistenti in commercio. Le colonne di titoli azionari sono per Gordon Cheung la metafora diretta della realtà contemporanea: rappresentano un mondo fantastico nel quale gli investitori inseguono promesse di ricchezza istantanea, una realtà virtuale in cui degli instabili numeri condizionano le nostre vite.
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